LOVE STORY

Che cosa si può dire di una ragazza morta a venticinque anni? Che era bella? Che era intelligente? Che amava Mozart e Bach? I Beatles... e me?

"Senti, l'ho capito che un pò di cervello ce l'hai." "Sul serio?" "Certo, hai preso una cotta per me."

"Che cosa faresti se ti dicessi... che credo di essermi innamorato di te." "Non dire mai che sei innamorato se non lo dici sul serio."

Non è mica facile vivere con la storia che ti fissa negli occhi.

"Guarda, Cavilleri... che non sei mica una gran bellezza, sai?" "Lo so, ma tu invece credi di sì... io che ci posso fare?" "Cambiamo argomento, eh." "Non mi ero accorta che avessimo affrontato un argomento." "Tu hai l'errata convinzione che io voglia fare l'amore con te." "Ah sì?" "Beh, invece non ci penso per niente... assolutamente non ci penso proprio." "Bene, così almeno abbiamo una cosa in comune."

Secondo me tu hai pura di ferirti... ti nascondi dietro una parete di vetro per evitare di farti del male, ma questo ti impedisce anche di essere toccata.

"Non sei una brava ragazza cattolica?" "Beh, sono una ragazza... e sono brava, va bene? Quindi sono due cose su tre."

Non sono mai stata credente. Insomma, non credo che esista sul serio un mondo migliore di questo. Dopotutto che c'è di più bello di... Mozart... o di Bach... o di te.

Oliver... ti amo.

"Tu vorresti sposarmi?" "Già." "Perché?" " Perché sì." "E' un'ottima ragione."

L'amore di un padre è una cosa sacra e va rispettata... è una cosa rara.

Nessuno di noi due crede molto in Dio... non vogliamo essere ipocriti.

Io ti offro la mia mano. Io ti offro il mio amore più prezioso del denaro. Io ti offro me stesso. E in luogo di prediche e di leggi, vuoi tu darmi te stessa? Vuoi camminare con me? Vuoi che restiamo uniti... finché avremo vita?

"Jenny, mi dispiace..." "No, amare significa non dover mai dire... mi dispiace."

Amare significa non dover dire mai mi dispiace.