LA CENA DELLE BEFFE

Senti, voglio farti un regalo.

Rido perché un'altra donna ho scelto per amarla, assai più bella e più lusingatrice... essa si chiama vendetta! Dio, la saprei dipingere da quanto l'ho sognata e posseduta in sogno. La farei gaia, beffarda, sghignazzante e in pieno riso mostrerebbe i denti, canini e gli occhi lampeggianti, verdi. La toga elegantissima strappata da una parte mostrerebbe le cicatrici rosse della sua carne martoriata. E la sento parlare. Mi direbbe... chi ama me, tutte le donne ama. Chi tocca me, tutte le gioie tocca. Ma per avermi, se vuoi avermi... ridi... ridi... ridi!

La donna che non guarda, segno è che vede in fondo.

Illuso chi vuol misurare alla sua donna la fantasia e la curiosità.

La donna ama vedendo gli altri amare.

Bevo alla barba di chi non ha debiti, bevo alla barba di tutti i capri, gli asini e i santi soltanto in agonia e chi non beve con me... peste lo colga!

La beffa è cominciata.

Vuoi chiedere ragione ai pazzi?

Crudeltà di medico, medicina santa.

"Come procede il confronto?" "Pungente!"

Sappi rompere a tempo l'anello della catena che potrebbe diventare mortale.

Sono dunque così varie le strade che conducono un uomo alla crudeltà?

Le fiamme di sangue non si spengono nemmen con l'acqua, ci vuol fuoco vivo!

L'amore per la donna distrugge ogni altro amore.

"Con la morte non si gioca." "Non è la vita un gioco con la morte?"

Uomini di Firenze... è un'ora di notte.