A seguire le personali ‘considerazioni’ di Nessuno —> leggetele, altrimenti vengo a casa vostra e vi strappo tutti i Fumetti
Bryan “Le Avventure Di Luther Arkwright” Talbot, 24 Febbraio 1952, è l’Autore ‘inglese’ punto di riferimento di quello che un Graphic novel può essere e/o dare, sia a chi lo fa che a chi lo legge.
LA STORIA DEL TOPO CATTIVO è una mini serie di quattro numeri qui raccolta in volume, pubblicata originariamente dalla Dark Horse Comics nel 1994.
Graphic novel di drammatica attualità racconta la tragica storia di Helen Potter, vittima di abusi sessuali da parte del padre.
Vincitrice:
Don Thompson Award for Best Limited Series
Eisner Award For Best Graphic Album: Reprint
UK Comic Book Award For Best New Publication
La trama della storia vede la protagonista affrontare un viaggio che la porta attraverso l’Inghilterra urbana e rurale lungo lo stesso percorso che un’altra Potter, Beatrix, nota autrice per l’infanzia e creatrice di Peter Coniglio, aveva già attraversato.
Helen inizia così a vagare per Londra con l’unica compagnia di un topolino (che richiama appunto i racconti della scrittrice), fino a scappare lontano, il più lontano possibile per non rimanere a contatto con nessuno.
E proprio in mezzo al nulla, la sua vita potrà riprendere, ma non prima di avere affrontato il padre, che ha abusato di lei.
Disponibilità al momento del Post(25-03-23):
Tunuè
Prezzo € 19,90
Nessuno:
E se lo dice lui:
“È una storia realizzata con amore sul significato ed il valore della finzione e dell’arte, su ciò che prendiamo dal passato e su ciò che portiamo al futuro.” Neil ‘SANDMAN’ Gaiman
E io che sono Nessuno aggiungo… una delle storie che una biblioteca degna (di essere denominata appunto tale) necessariamente deve avere per essere letta da tutti.
L’amico Bryan costruisce una storia ‘potente’ sugli abusi sessuali ai minori ed Helen diventa il cavaliere in armatura davanti ai suoi demoni personali.
In anni (sono passati quasi tre decenni) nei quali era incredibilmente difficile sia denunciare questo genere di eventi che riuscire ad ottenere l’aiuto psicologico fondamentale per superare traumi di tale gravità, l’Autore è riuscito a farci aprire gli occhi con argomenti purtroppo ancora incredibilmente attuali.
I molteplici premi/nomination all’opera testimoniano l’importanza e l’impatto del volume.
La Storia Del Topo Cattivo è inoltre un testo importante ancora oggi utilizzato in molti centri di assistenza in tutto il mondo:
«Gli adolescenti maltrattati spesso hanno difficoltà a parlare della propria situazione, ma riescono a discutere di quella di Helen, e questo li aiuta a trovare il modo per parlare di sé.»
L’elaborazione del trauma che Helen compie è da manuale, in senso letterale perchè le parole che riesce a gridare sono scelte con estrema cura a partire da libri di aiuto psicologico e interviste a vittime di violenza sessuale.
Il testo riesce davvero a fornire un’adesione alla realtà così fedele da renderlo un vero e proprio strumento didattico presente da anni in molti dei centri antiviolenza inglesi.
Perchè in Helen si identifica il simbolo di tanti disagi giovanili, non solamente di abusi.
E nella storia possono vedersi tutte le fasi del lutto, applicabili in generale sia a grandi dolori che alle perdite: negazione, rabbia, depressione e infine l’accettazione.
C’è in Helen la sofferenza del distacco e del disinteresse genitoriale, la voglia di fuggire, la dura vita che si affronta stando da soli, ma anche la rivalsa di chi ci prova e riprova, ammettendo di avere problemi e lavorandoci sopra, singolarmente e anche forzandosi a chiedere aiuto.
E se al principio Helen si considera un topo cattivo (appunto), una bestiola da cui tutti si vogliono tenere alla larga, è grazie a se stessa e all’aiuto di persone fidate, che arriverà a non ritenersi la colpevole ma bensì la vittima.
Il topo è la sua e la nostra coscienza, l’anima, il simbolo della fiducia che ha in se stessa e che cresce da quando Helen è in fuga.
La fuga/viaggio della protagonista non è solamente fisico, è un percorso dentro di lei e verso il suo riscatto, in cui la vediamo diventare una donna consapevole che si lascia alle spalle la fragile, povera bambina affossata dalle colpe altrui.
Una lettura che insegna che non bisogna addossarsi colpe non proprie e che attraverso fatica, pazienza e dedizione, tutti meritiamo di conquistarci la nostra serenità.
Infine.
Graficamente la storia ha molto da dire.
Il tratto dell’Autore è incisivo, marcato ed i colori utilizzati cambiano in base al sentiero intrapreso.
Nelle tavole ambientate in città i colori sono cupi, scuri, per cambiare quando la protagonista giunge in aperta campagna, dove si giunge ad una scelta decisamente più calda, confortevole.
Le persone sono tutte ispirate dalla vita reale.
E così i luoghi, per la maggior parte tratti da fotografie di locations reali.
Una bellissima storia che ha illuminato il mio cammino.
Fidatevi di Nessuno
Gotcha!